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La prima volta che ho sentito parlare del Metodo Tomatis è stato circa 10/11 anni fa. Avevo in studio una famiglia con una ragazzina, Chiara, con marcate difficoltà comportamentali e relazionali. La madre durante il colloquio conoscitivo, mi dice che Chiara aveva avuto dei miglioramenti dopo l’applicazione del Metodo Tomatis. La guardai e immediatamente le chiesi: “Scusi che metodo è? Non lo conosco”. Mi spiegò a grandi linee e poi continuai il colloquio.

Tornata a casa feci immediatamente una ricerca per capire realmente cosa fosse questo metodo così nuovo per me. Fu una scoperta incredibile, non era un metodo nuovo ma risaliva agli ‘50. Ideato da Alfred Tomatis, otorino/foniatra, che aveva dedicato tutta la sua vita alla ricerca.

Il Dottor Tomatis aveva osservato una differenza fondamentale tra l’udito e l’ascolto: l’udito designa la ricezione passiva del suono; l’ascolto, invece, seleziona le informazioni sensoriali per trarne senso. Su questa base, egli aveva sviluppato un dispositivo in grado di riabilitare l’ascolto “L’Orecchio elettronico”.

La sensazione di gioia, e in qualche modo di leggerezza che provavo man mano che leggevo tutte le informazioni, era incredibile. In effetti il Dottore Tomatis, già 50 anni prima, aveva dimostrato quello che io cercavo di spiegare negli incontri di equipe. Io continuavo a sostenere che il più delle volte un bambino non riesce ad utilizzare correttamente i fonemi perché non li “sente correttamente” e che se non scrive le doppie, non sempre ci troviamo necessariamente davanti ad un DSA. Piuttosto il più delle volte avevo constato che il bambino ha una difficoltà di ascolto che non gli permette di percepire correttamente la differenza tra “pala/palla”. Dopo queste mie affermazioni puntualmente mi veniva detto “dottoressa il bambino sente benissimo!”. Era inutile, allora, spiegare che c’è differenza tra il sentire e la capacità di percezione di un suono. 

Oggi per fortuna il Metodo Tomatis è riconosciuto in più di 70 Paesi. A questo metodo va il merito di contribuire brillantemente al trattamento di disturbi; dello spettro autistico; comportamentali, emotivi/relazionali, del linguaggio e della voce.

Nel suo libro “The Brain’s Way of Healing”, il famoso psichiatra Norman Doidge ha reso omaggio ad Alfred Tomatis, dedicando un capitolo importante, proprio ai benefici del suo Metodo. Oggi, infatti, è uno strumento unico e potente, impiegato in ospedali, scuole ed università.

AUTISMO E ASCOLTO

Una problematica dell'”ascolto autistico” è l’incapacità di questi bambini di ‘armonizzare’ e proteggersi da rumori di sottofondo non necessari.

Questo ruolo di protezione, osservato anche nel più ampio contesto dei problemi di regolazione sensoriale, è probabilmente il più disabilitante degli aspetti dell’autismo. Poiché non in grado di difendersi, i bambini risultano costantemente sovrastimolati e confusi dagli stimoli esterni che sembrano aggredirli. L’ipersensibilità al suono e la difesa tattile, così comuni nell’autismo, sono due aspetti di questa funzione di protezione. L’unica opzione lasciata ai bambini che ne soffrono è di costruire una corazza sensoriale nella quale rinchiudersi e proteggersi dai rumori di sottofondo non necessari. 

METODO TOMATIS E AUTISMO

Il Metodo Tomatis è una tecnica di rieducazione dell’ascolto che può migliorare notevolmente la vita di molte persone autistiche, attenuandone i sintomi. Esso è spesso usato in congiunzione ad altre terapie e può essere di supporto a queste.

Il primo passo del programma è un incontro col bimbo e i genitori. Lo scopo principale di questa prima visita è osservare il bimbo, ottenere dai genitori una dettagliata descrizione della storia del suo sviluppo, analizzare i primi giudizi. Se il programma è indicato per il caso specifico, si fornisce ai genitori una immagine del tipo di progressi che possono aspettarsi dal programma. Sempre nel primo incontro, se necessario, vengono date indicazioni per un miglioramento dell’ambito scolastico e sugli interventi che possono complementare al meglio il lavoro svolto dalla pratica Tomatis. 

Il programma sonoro consiste di 60 ore di stimolazione di suoni elettronicamente modificati che il bimbo ascolta in cuffia (si tratta di cuffie particolari perché hanno anche la trasmissione per via ossea).
Il training ha molto effetto quando somministrato intensivamente per brevi periodi di tempo. Un programma tipico si articola in 2 parti di 12/15 giorni ognuna, per 2 ore al giorno. Vi è un’interruzione di un mese tra i due programmi. Le fasi del programma corrispondono a due stadi differenti dello sviluppo dell’ascolto del bambino.

Sono finalizzate a sviluppare le abilità recettive dell’ascolto del bambino e la prontezza nell’aprirsi e comunicare, è a volte seguita da una fase attiva che ha lo scopo di espandere le abilità espressive dell’ascolto del bimbo quali la vocalizzazione.

 

IL PUNTO FERMO DEL METODO TOMATIS: IL BAMBINO AUTISTICO NON ASCOLTA

L’azione del metodo si sviluppa per questa ragione a livello di una pedagogia dell’ascolto. Il motivo per cui il soggetto autistico non ascolta può essere difficile da stabilire, ogni specialista avrà la sua ipotesi, organica o psicologica che sia. 

Il soggetto autistico, benché possa sentire una mosca volare, spesso non è capace di percepire il suo nome quando viene pronunciato. È come se si fosse creata una rottura tra il sentire e il percepire. Attraverso la stimolazione del sistema uditivo e del sistema nervoso, il Metodo Tomatis riesce a ridurre i sintomi autistici a vari gradi. Ogni persona autistica è diversa e può rispondere al programma in maniera differente. In alcuni casi si riescono a vedere i risultati durante le prime settimane, mentre in altri c’è bisogno di più tempo. I progressi inoltre non seguono una linea retta. La tendenza generale è però positiva, soprattutto se si osserva lungo un periodo di alcuni mesi. In molti casi si sono visti miglioramenti nelle seguenti aree:

  • Diminuzione dell’ipersensibilità ai suoni.
  • Maggiore capacità di gestire i rumori. Un fratello ha detto: “Adesso può sentire parlare i miei robot senza innervosirsi“.
  • Maggiore contatto con ciò che accade loro intorno, in quanto si sentono meno minacciati dai suoni che li circondano. Di conseguenza, possono avere meno malumore e mostrare meno comportamenti ripetitivi.
  • Possono iniziare a prestare più attenzione. Spesso i genitori dicono che i figli sono come meglio sintonizzati con l’ambiente, più attenti.
  • Riduzione della difesa tattile: in questo modo migliora il desiderio di andare verso l’altro e di interagire con esso. Ciò naturalmente migliora la socialità. La persona diventa più affettuosa. Un bambino può venire a sedersi in grembo per essere preso in braccio e coccolato.
  • Miglioramento delle abilità linguistiche: nei bambini autistici che non parlano, il linguaggio recettivo tende a migliorare. Tendono a provare dei vocalizzi e iniziano a produrre delle sillabe, sperimentando così le loro capacità vocali. Nei bambini autistici con abilità linguistiche più sviluppate, è il linguaggio espressivo che può migliorare. Possono cominciare ad usare frasi più lunghe e trovare parole più appropriate per descrivere gli oggetti e le situazioni. Possono usare i pronomi personali “io” e “tu” invece di riferirsi a sé stessi usando la terza persona. Una migliore padronanza del linguaggio porta ad un aumento del desiderio di comunicare.
  • Il cibo viene meglio apprezzato. Meno selettivi con ciò che vogliono mangiare: i bambini molto selettivi nel mangiare iniziano ad accettare una maggiore varietà di cibi, inclusi quelli con diverse sfumature di gusto.
  • Migliore immagine di sé: una volta che inizia a entrare in contatto con la propria voce, il bambino migliora la propria autoimmagine. Egli sa di avere una voce!
  • Miglioramento delle abilità sociali: possono iniziare a guardare per avere un contatto con l’altro e rispondere in maniera più appropriata.
  • Possono iniziare a seguire meglio le istruzioni.
  • Possono iniziare ad avere dei contatti.
  • Diminuzione del comportamento aggressivo: si osserva in generale una diminuzione dell’aggressività verso gli altri e verso sé stessi.
  • Diminuzione del comportamento ripetitivo.
  • Miglior contatto oculare: i bambini guardano più facilmente negli occhi e viene prestata maggiore attenzione ed interesse a ciò che viene visto.

 

Sono Tomatis practitioner di primo livello.

Dispongo di un apparecchio portatile che permette di applicare il Metodo Tomatis direttamente a casa propria, seguendo le mie indicazioni.

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Agnese Gasparro Logopedista e Psicologa
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